Una Notizia pubblicata sul sito web del Dipartimento per la Trasformazione digitale del Governo italiano rende nota la proroga al 19 maggio 2023, per le Amministrazioni comunali, della scadenza per candidarsi all’Avviso “Pnrr” della Misura 1.3.1 “Piattaforma digitale nazionale dati” (“Pdnd”) e richiedere, in base alla popolazione del Comune, un contributo per pubblicare sulla “Pdnd” un numero minimo predefinito di “Api”, rispettando le modalità tecniche previste dalla documentazione.
L’Avviso ha una dotazione complessiva pari ad Euro 110 milioni. Le risorse a disposizione degli Enti, suddivisi in 7 fasce, vanno dagli oltre Euro 10.000 per la pubblicazione di una “Api” nel caso di Comuni sotto i 2.500 abitanti, fino ai Euro 474.000 per 6 “Api” nel caso delle Amministrazioni più grandi.
Per richiedere i fondi, gli Enti dovranno accedere alla propria Area riservata su “PA digitale 2026” e seguire il percorso guidato che permette di configurare la candidatura.
La “Piattaforma digitale nazionale dati” mira all’applicazione del Principio del “once and only”, secondo il quale le Amministrazioni degli Stati membri dell’Unione Europea dovrebbero far sì che ogni cittadino debba fornire i propri dati una sola volta alla Pubblica Amministrazione.
Si riportano di seguito i punti più importanti dell’implementazione della “Pdnd”.
L’interoperabilità
La capacità di scambiare dati e informazioni digitali tra gli Enti risulta essere cruciale: uno scambio facilitato, in maniera semplice e sicura, dalla “Pdnd”, strumento realizzato e gestito da “PagoPA” per conto del Dipartimento per la Trasformazione Digitale che ha l’obiettivo di valorizzare il capitale informativo della P.A., riducendo la richiesta di dati al cittadino e, allo stesso tempo, creando nuove opportunità di sviluppo per le imprese, nel rispetto della privacy.
Api, interfacce di scambio digitali
Da un punto di vista tecnico, la Piattaforma funziona tramite interfacce digitali chiamate “Api” (“application programming interface”), dei “punti di accesso” che permettono di interagire con le Banche-dati delle Amministrazioni. La pubblicazione di “Api” uniformi massimizza l’interoperabilità, ed è per questo motivo che, dopo un confronto con Anci, il Dipartimento ha preparato, sotto forma di casi d’uso, una serie di suggerimenti utili ai Comuni che intendono pubblicare “Api” sulla Piattaforma, usufruendo dei fondi messi a disposizione dal “Pnrr”. Prima della pubblicazione, le specifiche devono comunque essere validate con l’apposito strumento online nel rispetto delle Linee-guida sull’interoperabilità tecnica.
I casi d’uso per i Comuni
1. Welfare e servizi sociali
Il primo esempio di casi d’uso riguarda il Welfare e i servizi sociali. In Italia esistono numerosi strumenti assistenziali, erogati da una pluralità di attori a livello locale e nazionale. Per migliorare la gestione coordinata di questi interventi, Inps raccoglie tutti i dati utili nel Sistema informativo unitario dei servizi sociali (“Siuss”). Il trasferimento dei flussi dati per il “Siuss” avverrà tramite la fruizione da parte di Inps di un’“Api” erogata dai Comuni sulla Piattaforma, di cui sono già definite le specifiche tecniche. Le Amministrazioni comunali potranno poi beneficiare, sempre attraverso la “Pdnd”, dell’accesso ai dati del “Siuss”.
2. Scambio di documenti protocollati
Oltre ad essere una prassi consolidata per le comunicazioni tra gli Enti, la protocollazione è obbligatoria per i documenti ricevuti o spediti. Inviare atti protocollati tramite interfacce interoperabili permettere di scambiare file anche di grandi dimensioni, inserirli all’interno dei sistemi di gestione documentale dell’Ente, restituire numeri di protocollo e confermare la presa in carico dei documenti. In questo caso, la specifica delle “Api” da pubblicare in Piattaforma è prevista nell’Allegato “6” delle Linee-guida AgID su formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici, di cui AgID sta pubblicando una versione in modalità “Rest”.
3. “Api” per dati geografici
Le “Api” per dati geografici permettono di consultare archivi di elementi (“feature”) che hanno una componente geografica e che abilitano, ad esempio, la condivisione in tempo reale di informazioni utili alla programmazione territoriale, alla protezione civile, all’ottimizzazione dei trasporti, dei percorsi dei mezzi di servizio e degli accessi alle Ztl. Le “Api” geografiche hanno avuto una standardizzazione in seguito alle Direttive europee “Inspire” e al lavoro dell’Open geospatial consortium.
4. Albo pretorio
Tutti gli Enti pubblici sono obbligati per legge a dare pubblicità dei propri atti, passaggio necessario perché diventino efficaci. La pubblicazione degli atti all’Albo pretorio attraverso “Api” supporta sia la trasparenza sia la possibilità di aggregazione dati da parte di soggetti che, ad esempio, si interessano a particolari eventi, come concorsi e bandi, o che vogliono verificare l’avvenuta pubblicazione di un affidamento. Per queste “Api” è già presente un’ontologia (un Modello di rappresentazione formale) che può essere usata come base, includendola nel “Catalogo Nazionale Dati”.
5. Dati della trasparenza
Struttura e contenuti della sezione Amministrazione Trasparente, obbligatoria per i siti di tutti i Comuni, sono definiti dal Dlgs. n. 33/2013. Le informazioni già oggetto di pubblicazione verso Banche-dati centrali, come i dati di bilancio (“Bdap”) e quelli sui pagamenti (“Siope”), possono essere pubblicate anche tramite “Api”. Esiste un’ontologia di primo livello per questa tipologia di informazioni, da estendere sul “Catalogo nazionale dati”.