“Pnrr”: dalla Cabina di regia le Proposte di revisione del “Piano” e l’integrazione del “REPowerEU”

Un Comunicato-stampa, diramato dal Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri il 27 luglio 2023, riporta una Scheda di Sintesi della Cabina di regia del “Pnrr” tenutasi nella stessa data a Palazzo Chigi. Di seguito, una sintesi del contenuto del Comunicato.

Introduzione e contesto

Come riportato dal Comunicato, i mutamenti del contesto di riferimento e le criticità emerse nella fase di attuazione del “Pnrr” hanno reso indispensabile effettuare una ricognizione puntuale dei Progetti inclusi nel “Piano”, al fine di individuare le modifiche e le integrazioni necessarie per conseguire i Traguardi e gli Obiettivi previsti fino al 30 giugno 2026.

La revisione del “Piano” è stato uno dei principali impegni presi dal nuovo Esecutivo a inizio legislatura.

È il Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, che ha istituito il “Dispositivo di ripresa e resilienza” (Regolamento Rrf), ad aver previsto, sin dall’origine, la possibilità di revisione dei “Piani”. Possibilità che sorge ogni qualvolta, a causa di circostanze oggettive, il “Piano”, con i relativi Milestone e Target,non è più realizzabile, in tutto o in parte.

Come noto, oltre alla possibilità di revisione del “Piano” a causa di circostanze oggettive, la Commissione Europea ha approvato il Regolamento “REPowerEU” con l’obiettivo di ridurre la dipendenza energetica da Paesi extra europei. La quota di risorse aggiuntive del “REPowerEU” a fondo perduto destinate all’Italia è pari a Euro 2,76 miliardi.

Inoltre, come previsto dal Regolamento stesso, il Governo ha dichiarato l’intenzione di utilizzare la quota del 7,5% delle risorse delle Politiche di Coesione 2021-2027, già destinate a Obiettivi assimilabili a quelli del “REPowerEU”.

Come evidenziato dal Comunicato, in sede di revisione e aggiornamento del “Piano”, l’Amministrazione centrale responsabile e il Soggetto attuatore hanno individuato gli Interventi infrastrutturali di particolare complessità non coerenti con le tempistiche e le modalità di rendicontazione con particolare riferimento allo stato di attuazione, all’iter autorizzativo, e alle condizionalità “Pnrr”. Per alcuni Interventi sono emerse criticità rilevanti che non consentono la conferma del finanziamento a valere sul “Piano”. In questo contesto, il Governo ha ritenuto di attivare le Misure necessarie per riprogrammare le risorse a favore di Interventi coerenti e realizzabili nei tempi previsti e, contemporaneamente, assicurare il completo finanziamento degli Interventi stralciati dal “Pnrr”.

Revisione del “Piano

Dalla fase di ricognizione dello stato di attuazione del “Pnrr” attuata dall’Esecutivo sono emerse talune criticità che in alcuni casi mettono a rischio il raggiungimento dei risultati nelle modalità e nei termini previsti dal “Piano”. Fase che ha previsto diversi incontri, sia con le singole Amministrazioni responsabili, sia con i servizi della Commissione. Stando al Comunicato, in tutti gli incontri tenuti sono stati analizzati puntualmente lo stato di attuazione delle singole Misure in capo alle Amministrazioni, le criticità attuative, i ritardi.

Inoltre, il confronto con la Commissione Europea ha consentito di individuare le soluzioni tecnico-procedurali più adeguate a raggiungere tutti gli Obiettivi e per rafforzare l’ambizione delle Misure di Riforma e di Investimento del “Piano”.

Come sottolineato dal Comunicato, le Proposte di modifica del “Pnrr” non eliminano alcuna Riforma. In alcuni casi infatti è stato rafforzato l’impianto riformatore introducendo Misure specifiche anche di Investimenti che ne sostengono e ne potenziano l’attuazione. In altri casi, sempre con riferimento alle Riforme, sono state adeguate e aggiornate le tempistiche di attuazione e verifica per meglio rispondere al mutato contesto socio-economico.

Nel complesso, le Amministrazioni hanno presentato Proposte di modifica che riguardano 144 Investimenti e Riforme.

Le richieste di modifica possono essere distinte in 3 categorie.

  • la prima categoria riguarda modifiche formali relative alla descrizione delle Misure e soprattutto ai meccanismi di verifica. Queste tipologie di modifiche consentono una più agevole rendicontazione dei singoli Obiettivi. In questi mesi, con la terza e quarta richiesta di pagamento è stato toccato con mano la difficoltà di rendicontare gli obiettivi e la necessità di puntualizzare tutti i singoli aspetti. Questo metodo è stato già adottato proficuamente in sede di modifica della quarta richiesta di pagamento;
  • la seconda tipologia riguarda modifiche e riprogrammazioni delle Misure che, a fronte di una impossibilità o forti criticità a raggiungere alcuni Obiettivi e soprattutto Target fisici, le Amministrazioni hanno proposto di riprogrammare a favore di Interventi coerenti di natura settoriale. In questa categoria rientrano gli Interventi relativi all’Alta velocità, per i quali in sede attuativa sono emerse criticità archeologiche, geologiche e di natura autorizzativa che non consentono il rispetto dei tempi previsti. Analogamente per le Misure della transizione digitale, a fronte di alcune criticità, le Amministrazioni propongono il rafforzamento degli Interventi attraverso l’impiego delle economie maturate in sede di gara. Anche in questo caso, tenuto conto dell’ambizione del “Piano” che individua la Transizione digitale quale priorità, le Proposte costituiscono un rafforzamento delle Misure esistenti;
  • la terza categoria di modifica riguarda invece le Misure che si propone di definanziare dal “Pnrr” e di salvaguardare attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il “Piano nazionale complementare al ‘Pnrr’” e i “Fondi” delle Politiche di Coesione. Si tratta di 9 Misure per un ammontare totale di Euro 15,9 miliardi.

Per quanto riguarda la terza categoria, si tratta perlopiù di Progetti in essere che sono confluiti nel “Pnrr” e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno scontato rilevanti criticità. Per tali Progetti, la maggiore problematica è rappresentata dal rispetto delle importanti condizionalità imposte dal “Piano”, che includono quelle specifiche per ciascuna Misura nonché quelle relative agli elementi informativi necessari per la rendicontazione e quelle riconducibili al Principio del “non arrecare danno significativo’”. Quest’ultimo richiede di impostare i Progetti di Investimento secondo requisiti stringenti di rispetto dell’Ambiente e di Sostenibilità.

La maggior parte di questi Interventi è stata avviata precedentemente al “Piano” e all’emanazione delle sue disposizioni attuative: ciò costituisce una criticità significativa che genera il rischio di non ammissibilità.

Un ulteriore profilo problematico riguarda la parcellizzazione degli Interventi che, pur essendo incardinati nella titolarità di poche Amministrazioni centrali, ricadono nella competenza di moltissimi Soggetti attuatori, diversi per dimensione, capacità amministrativa e solidità finanziaria. Tale circostanza ha comportato, per i Soggetti attuatori, una concentrazione degli adempimenti e delle scadenze nel medesimo periodo temporale, determinando un carico Amministrativo di difficile gestione.

Per alcuni Interventi si è riscontrato infine un ritardo nella fase di avvio quanto a tempi di selezione dei Progetti e delle autorizzazioni, dovuto anche all’incremento dei costi dei lavori trainato dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia verificatosi nel corso del 2022.

La Tabella che segue illustra le Misure per le quali si propone il definanziamento dal “Pnrr”:

Id MisuraDescrizione misuraAmministrazione centrale di riferimentoProposta rimodulazione
M2C4I2.2Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei ComuniMinistero dell’Interno 6.000.000.000,00
M5C2I2.1Investimenti in Progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado socialeMinistero dell’Interno 3.300.000.000,00
M5C2I2.2.CPiani urbani integrati – Progetti generaliMinistero dell’Interno 2.493.800.000,00
M2C4I2.1.AMisure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologicoMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica 1.287.100.000,00
M2C2I3.2Utilizzo dell’Idrogeno in settori hard-to-abateMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica1.000.000.000,00
M5C3I1.1.1Aree interne – Potenziamento servizi e Infrastrutture sociali di comunitàPCM – Dipartimento Politiche di Coesione 724.999.998,00
M2C2I1.3Promozione Impianti innovativi (incluso offshore)Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica 675.000.000,00
M5C3I1.2Valorizzazione dei beni confiscati alle mafiePCM – Dipartimento Politiche di Coesione 300.000.000,00
M2C4I3.1Tutela e valorizzazione del Verde urbano ed extraurbanoMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica 110.000.000,00
Totale   15.890.899.998,00

Nell’ambito della revisione del “Piano” è previsto inoltre il rafforzamento della Misura “Asili nido”, penalizzata dall’incremento dei costi delle materie prime e da criticità emerse nei vari Bandi, per l’ammontare complessivo di Euro 900 milioni, necessari per indire un nuovo Bando e per conseguire il Target finale, in linea con gli orientamenti della Commissione.

Ulteriori Proposte riguardano la possibilità di finanziare Interventi per la ricostruzione del territorio dell’Emilia Romagna, colpito dagli eventi alluvionali.

Altre proposte sono state avanzate da alcune Amministrazioni per realizzare Interventi già selezionati e non finanziati per l’esaurimento delle risorse disponibili: si tratta perlopiù di risorse a favore di Misure di sostegno delle Imprese e dei Contratti di filiera.

REPowerEU

L’attuazione del “REPowerEU”, che integra il “Pnrr”, mira a rafforzare la Competitività e lo Sviluppo economico sostenibile del Paese.

Il Capitolo si articola in 3 Misure di Investimento e 6 Riforme.

Le Misure di Investimenti riguardano:

  1. Reti dell’Energia;
  2. Transizione verde ed Efficientamento energetico;
  3. Filiere industriali strategiche.

Le Riforme settoriali riguardano:

  1. Riduzione costi connessione alle Reti del Gas per la produzione di biometano;
  2. Power Purchasing Agreement, contratti innovativi per garantire remunerazione stabile a chi investe nelle fonti rinnovabili;
  3. Green skills, Settore privato, formazione delle risorse umane attualmente impiegate nell’industria tradizionale;
  4. Green skills, Settore pubblico, formazione specialistica dei dipendenti della Pubblica Amministrazione;
  5. Road map, percorso per la razionalizzazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili;
  6. Testo unico circa la Legislazione relativa alle autorizzazioni per le fonti rinnovabili.

Complessivamente, sono previsti Interventi per Euro 19 miliardi, che andranno a beneficio della crescita economica, occupazionale e di tutti i principali Settori strategici selezionati in base ai criteri del “REPowerEU” relativi sia al raggiungimento degli obiettivi in ambito energetico, sia alla tempistica di realizzazione entro il 2026.

La selezione si è basata anche sulla capacità realizzativa dei Soggetti attuatori. In generale, il “Piano” raggiunge gli obiettivi di risparmiare energia attraverso l’Efficienza energetica, potenziare la produzione dalle fonti rinnovabili, rispondere all’urgenza di diversificare gli approvvigionamenti energetici del Paese, con riflessi positivi anche per il resto d’Europa. Vuole essere anche un’occasione di sviluppo immediato del Sistema delle Imprese italiane, in particolare di media e piccola dimensione, attraverso innovazioni per la Transizione ecologica e digitale. Attenzione particolare è dedicata all’obiettivo di ridurre la povertà energetica, attraverso il sostegno ad Investimenti in efficienza negli edifici pubblici e privati. 

Nel dettaglio, il primo Capitolo degli Investimenti, con risorse pari a Euro 2,3 miliardi, dedicato al rafforzamento delle Reti elettriche e del Gas, riveste preminente carattere strategico, sia per la Transizione ecologica, sia per la Sicurezza degli approvvigionamenti di Gas dell’Italia e dell’Europa. 

Il secondo capitolo, quello più ampio, raggruppa una lista di Interventi con Investimenti complessivamente pari ad Euro 14,8 miliardi, tutti legati alla Transizione verde ed all’Efficientamento energetico.

Vi sono Misure legate all’estensione del supporto ad iniziative di Hydrogen Valleys, in precedenza escluse per esaurimento di risorse, mentre altri fondi sono destinati al rafforzamento della Ricerca e Sviluppo per la produzione di Idrogeno verde. 

Sostegno è dato alla produzione di biocarburanti in raffinerie di petrolio tradizionali, convertite in impianti tipici di Economia verde, con l’impiego di materie prime provenienti da coltivazioni agricole non in conflitto con le filiere alimentari.

Un altro gruppo di Misure è indirizzato al Settore produttivo delle Imprese, con una dotazione di Euro 6,3 miliardi, con l’obiettivo di sostenere soprattutto quelle di piccola e media dimensione, l’ossatura portante dell’Economia italiana. 

Inoltre, sono previsti Interventi nel Settore agricolo, per il miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità nei Settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, finalizzati alla diversificazione degli approvvigionamenti e all’Efficienza energetica.

Un altro gruppo di Interventi del Capitolo, per un importo di Euro 4 miliardi, riguarda il Patrimonio pubblico e comprende 2 Misure distinte, la prima indirizzata all’Efficientamento energetico degli immobili pubblici (P.A., Centri sportivi, Edilizia residenziale pubblica, Luoghi della cultura, Ospedali, Scuole/Università, Caserme) e degli edifici di culto. Su questa specifica Misura sono previsti stanziamenti per Euro 3,6 miliardi.

La seconda Misura, con Euro 400 milioni, riguarda il potenziamento dell’elettrificazione delle Banchine portuali per la riduzione delle emissioni delle navi nella fase di stazionamento in Porto. Uno dei punti più qualificanti del “REPowerEU” riguarda “Ecobonus”, dedicata espressamente alle abitazioni private. La dotazione è di Euro 4 miliardi e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stringenti che le renderanno disponibili solo le fasce a basso reddito.

È prevista inoltre una specifica Misura dedicata alle Filiere strategiche per le tecnologie a zero emissioni, con risorse di Euro 2 miliardi per sostenere Investimenti per la produzione nelle catene del valore delle tecnologie e materie prime critiche.

Accanto a questi Investimenti specifici, sono state introdotte 6 Riforme, con una dotazione di Euro 100 milioni.

La prima mira a ridurre i costi di allacciamento alla Rete gas degli Impianti di produzione di biometano da rifiuti organici urbani, o da scarti dell’agricoltura. 

Anche la seconda Riforma sostiene le rinnovabili, attraverso nuovi strumenti finanziari, i contratti “Ppa” (“Power Purchasing Agreement”) che daranno maggiore stabilità ai ricavi di chi investe, incentivando la realizzazione di nuovi Impianti.

La terza Riforma è dedicata alla formazione nel Settore privato delle risorse umane attualmente impiegate nell’industria tradizionale, con l’obiettivo di dotare i lavoratori delle competenze necessarie per la Transizione verde.

La quarta Riforma è dedicata alla formazione specialistica avanzata dei dipendenti della Pubblica Amministrazione centrale e locale.

La quinta Riforma è relativa alla definizione di un percorso temporale, una Road map, per la razionalizzazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili, una delle questioni più delicate circa i prezzi dell’Energia in Italia e i relativi consumi di fonti tradizionali, come i derivati del Petrolio nei trasporti, il Gas nel riscaldamento e il Carbone nella Generazione elettrica.

La sesta proposta di Riforma concerne l’adozione di un Testo unico per l’autorizzazione degli Impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili e mira a semplificare e coordinare le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano i procedimenti amministrativi nel Settore delle Fonti energetiche rinnovabili.

Foto: Presidenza del Consiglio dei Ministri