“Pnrr”: pubblicate le Linee-guida per i Progetti di fattibilità tecnica ed economica dal Mims e dal Ministero per il Sud

Il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, hanno approvato, attraverso il Decreto interministeriale 29 dicembre 2921, le Linee-guida per i Progetti di fattibilità tecnica ed economica riportate nell’Allegato “A del Decreto stesso.

In particolare, nel rispetto del contenuto minimo previsto dall’art. 23, comma 5 e 6, del “Codice dei Contratti pubblici”, in riferimento al Dlgs. n. 50/2016, i candidati ai concorsi, definiti dall’art. 12 del Dl. n. 121/2021, si uniformano, nell’elaborazione degli studi di fattibilità tecnico economica, secondo i criteri e gli obiettivi generali, riportati di seguito.

Criteri generali che definiscono i contenuti del Progetto di fattibilità tecnica ed economica “Pfte”:

  • qualità del processo e qualità del Progetto, per quanto concerne gli aspetti legati sia alle regole tecniche, sia ai principi della sicurezza e della sostenibilità economica, con il quadro territoriale, ambientale e sociale dell’intervento, con particolare riferimento alla compatibilità territoriale in termini di sicurezza e della pubblica e privata incolumità, nonché nel rispetto della tutela del Patrimonio storico-archeologico dello Stato e del miglior rapporto fra i benefici e i costi globali di costruzione, manutenzione e gestione, nonché, ove previsto, in relazione ai costi del ciclo di vita dell’Intervento, di cui all’art. 96 del “Codice”;
  • riduzione dei rischi da pericoli naturali ed antropici, efficienza energetica, anche in riferimento a quanto previsto all’art. 34 del “Codice”, durabilità dei materiali e dei componenti, facilità di manutenzione e gestione, sostituibilità degli elementi tecnici e tecnologici, compatibilità tecnica e ambientale dei materiali e agevole controllabilità delle prestazioni dell’intervento nel tempo, minimizzazione dell’impiego di risorse materiali non rinnovabili e massimo riutilizzo delle risorse naturali impegnate dall’intervento e dei materiali impiegati, prevenzione della produzione di rifiuti e incremento delle operazioni di riutilizzo, riciclaggio circolare e di altri tipi di recupero dei rifiuti prodotti dall’attività di realizzazione dell’opera progettata, nonché, ove ne ricorrano le condizioni, riduzione del consumo di suolo e rigenerazione urbana. I Progetti devono tener conto del contesto in cui l’Intervento si inserisce, in modo che esso non pregiudichi l’accessibilità, l’utilizzo e la manutenzione delle opere, degli impianti e dei servizi esistenti;
  • rispetto degli standard dimensionali, ove previsti, in modo da assicurare il massimo rispetto e la piena compatibilità con le caratteristiche del contesto territoriale e ambientale in cui si colloca l’Intervento, sia in fase di costruzione che in fase di gestione;
  • conformità alle regole e alle norme tecniche stabilite dalla legislazione vigente al momento della loro redazione;
  • minimizzazione dei rischi per i lavoratori nella fase di costruzione e in quella di esercizio dell’opera, per gli utenti nella fase di esercizio, nonché per la popolazione delle zone interessate per quanto attiene la Sicurezza e la tutela della Salute.

Obiettivi generali 

Il Decreto specifica che il “Pfte” dovrà tenere conto, “per quanto possibile”, delle caratteristiche orografiche e morfologiche limitando le modifiche del naturale andamento del terreno (e conseguentemente il consumo di suolo e i movimenti terra), salvaguardando altresì “l’officiosità idraulica dei corsi d’acqua (naturali e artificiali) interferiti dall’opera, l’idrogeologia del sottosuolo e la stabilità geotecnica dei circostanti rilievi naturali e dei rilevati artificiali”. Pertanto, si raccomanda che durante la fase di progettazione di fattibilità tecnica ed economica, andranno svolte adeguate indagini e studi conoscitivi (morfologia, geologia, geotecnica, idrologia, idraulica, sismica, unità ecosistemiche, evoluzione storica, uso del suolo, destinazioni urbanistiche, valori paesistici, architettonici, storico-culturali, archeologia preventiva, vincoli normativi) anche avvalendosi delle più recenti ed innovative tecnologie di rilievo digitale.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta:

  • alla compatibilità ecosistemica della Proposta progettuale privilegiando l’utilizzo di tecniche e materiali, elementi e componenti a basso impatto ambientale;
  • all’adozione di provvedimenti che, in armonia con la Proposta progettuale, favoriscano la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, concorrendo a preservare la memoria identitaria della comunità nazionale e del suo territorio e paesaggio e promuovendo il Patrimonio culturale come motore di sviluppo economico e benessere sociale;
  • all’adozione di Principi di progettazione bioclimatica e di “sistemi passivi” che consentano di ridurre il ricorso a sistemi ed impianti meccanici “energivori”;
  • all’utile reimpiego dei materiali di scavo (nella qualità di sottoprodotti e/o per interventi di ingegneria naturalistica), minimizzando i conferimenti a discarica;
  • alla valutazione dei costi complessivi del ciclo di vita, inclusivi di quelli di “fine vita”;
  • alla ispezionabilità e manutenibilità dell’opera, avvalendosi eventualmente anche di Modelli informativi digitali cosiddetti “Asset Information Model – Aim” definiti dalla normativa Iso 19659, che costituiscono l’evoluzione del Modello “As Built” e interoperabili con “Ainop”;
  • alla adattabilità e flessibilità dell’opera rispetto ai potenziali sviluppi tecnologici futuri, con particolare attenzione ai temi della Resilienza e della Sostenibilità ambientale e sociale;
  • all’adozione dei migliori indirizzi per i processi e le modalità di trasporto e stoccaggio delle merci, beni strumentali e personale, funzionali alle fasi di avvio, costruzione e manutenzione dell’opera, privilegiando modelli, processi ed organizzazioni le cui performance e impatto sui costi di esternalità siano certificati.

In definitiva, il “Pfte” dovrà perseguire Obiettivi generali di “qualità eco-sistemica dell’Infrastruttura nel rispetto delle caratteristiche e dei vincoli storico-archeologici, geologici, geotecnici, idraulici, idrogeologici, sismici ambientali, paesaggistici e forestali” con l’individuazione e la soluzione preventiva delle interferenze presenti, come reti o sottoservizi, che costituiscono in larga misura fattore di criticità sia per quanto riguarda l’incremento dei costi da sostenere che per lo slittamento della tempistica esecutiva originariamente prevista.

Il “Pfte” perseguirà inoltre Obiettivi inerenti a:

  • invecchiamento e Demografia;
  • Occupazione e Innovazione/Conoscenza; 
  • crescita Pmi e Investimenti;
  • Economia circolare oltre fonti energetiche alternative;
  • Connettività fisica e digitale; 
  • Servizi di interesse generale; 
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